STADIO TARDINI: La Posizione di Civiltà Parmigiana


Parma, 06 Aprile 2023

Immaginavamo un altro progetto e un altro futuro per lo stadio Tardini, immaginavamo di poterlo vedere innovativo e “unico” fuori dal centro della città – in una zona che poteva essere quella dei Mercati o delle Fiere di Parma, o ancora in zona Moletolo, grazie anche alla vicinanza con l’uscita dell’autostrada e la disponibilità di parcheggi già esistenti.

Una vera e propria Cittadella dello sport in cui delocalizzare anche il palazzetto (evitando così di spendere più di 6 mln di euro per il solo adeguamento strutturale ed energetico) ed in cui avere la possibilità di organizzare anche concerti (anche al chiuso), senza la preoccupazione di disturbare un quartiere intero, una città intera. Per una città come Parma è stato motivo di vero imbarazzo dover assistere allo spegnimento delle luci e del suono in occasione di concerti di artisti del calibro di Antonello Venditti allo scoccare della mezzanotte!

Un progetto di questa entità e valore non potrebbe mai essere realizzato (e nemmeno avrebbe senso) con risorse pubbliche, ma necessiterebbe dell’appoggio di investimenti privati… e questa poteva essere l’occasione giusta.

Ma è evidente che immaginavamo un progetto che non sarà e, quindi, consapevoli che l’intenzione dell’attuale Amministrazione della città sia di mantenere lo stadio dove è sempre stato, desideriamo che i lavori previsti siano il più brevi, meno impattanti per la cittadinanza e urbanisticamente corretti possibile.

Riteniamo che il Parma Calcio sia sempre stato, e continui ad essere, un eccezionale strumento di marketing territoriale.

Parma nel mondo non è solo “Parmigiano Reggiano” e “Prosciutto di Parma”, ma per molti è anche calcio e “Parma Calcio”.

Non possiamo e non dobbiamo sottovalutare questo aspetto.

Davanti a una domanda diretta in merito all’appoggio di Civiltà Parmigiana a un investimento privato nella ristrutturazione dello stadio?

La risposta pronta è: SÌ!

E andando ad approfondire ulteriormente, il nostro è un SÌ anche a un investimento privato per uno stadio ancora situato in piena città, dove è sempre stato.

Come già scritto, non è quello che avremmo voluto fare noi… ma è una decisione presa consapevolmente dai cittadini che hanno votato un preciso programma elettorale.

E ne prendiamo atto.

A oggi le condizioni dello Stadio Tardini possono essere ancora considerate “accettabili”, per quanto non si presenti certo come una struttura moderna e inclusivo; ma se non si approfitterà dell’investimento di un privato oggi, tra 5/10 anni si renderà indispensabile e urgente spendere soldi pubblici per una struttura non più adeguata.

Questa la posizione di Civiltà Parmigiana, nella consapevolezza che una ristrutturazione debba esserci per poter godere di un campo sportivo moderno, fruibile e adatto a famiglie e disabili.

La nostra posizione è di affidarsi a una ristrutturazione/ricostruzione – a seconda di quanto emergerà dall’elaborato tecnico definitivo – che possa risultare meno invasiva, durare meno ed evitare una completa cantierizzazione della zona Petitot, inserendosi al meglio nel contesto urbano della zona, anche dal punto di vista estetico.

Ci uniamo ai dubbi dei residenti e dei tanti cittadini di Parma che sottolineano le lacune di un intervento che sembra dimenticare i pesanti problemi di viabilità che causerà un luogo aperto al pubblico 7 giorni su 7, con insediamenti commerciali, dei quali si hanno ancora pochi dettagli in termini di dimensioni e qualità.  

Quali e quanti saranno i costi che andranno a pesare sulle casse comunali?

A parole sembriamo preoccuparci tanto di ecologia, sostenibilità e rigenerazione urbana e poi scegliamo di appesantire una situazione già complessa in termini di inquinamento e polveri sottili in una zona così centrale, portando nuovi flussi ad aggravarla?

Un altro punto nodale che vogliamo sottolineare è che, in cambio della ricostruzione, il Comune affiderà l’utilizzo esclusivo e non oneroso dello spazio Tardini per 90 anni alla Società proponente il progetto (Krause Group).

È indispensabile valutare la sostenibilità economica di questo progetto, poiché la stima è basata sulla presenza continuativa del Parma Calcio in massima divisione, aspetto che non può essere dato come certo.

Molte domande e molti dubbi possono presentarsi e 90 anni sono davvero tanti: non solo se il Krause Group vendesse il Parma Calcio o se addirittura fallisse (per cui ci auguriamo verranno previste tutele accurate da parte del Comune)…ma come saranno strutturati e a carico di chi gli interventi di manutenzione o messa a norma negli anni?

Scegliamo poi di non soffermarci sulla questione della chiusura e soppressione della scuola Puccini a favore di eventuali pertinenze dello stadio, perché fortunatamente la questione non è all’ordine del giorno e speriamo che il Comune non voglia renderla tale.

Le domande aperte e le perplessità ancora non chiarite sono davvero tante, troppe per un progetto che dovrebbe essere presentato e approvato a breve. Per questo, Civiltà Parmigiana auspica che, da oggi in avanti, ogni passo venga sempre fatto in vera ottica partecipativa e di trasparenza; perché di trasparenza fino ad oggi, no, non ne abbiamo proprio vista, dal momento che ogni comunicazione è stata data già a cose fatte e il Comune ha sempre sviato ogni confronto diretto.

La partecipazione non solo è sempre auspicabile ma fondamentale quando si tratta di opere come questa che toccano il cuore della città non solo per la posizione, ma anche dal punto di vista emotivo. 

Lo stadio per tanti parmigiani è un punto di riferimento, il luogo in cui recarsi settimanalmente con “colleghi” tifosi, amici e famiglia, mentre per i residenti è un vicino di casa a volte un po’ scomodo, ma comunque uno dei simboli del proprio quartiere.

Ma la partecipazione ha senso nel momento in cui avviene nella fase che precede la scelta! È li che si raccolgono idee, impressioni, spunti, sensibilità ed è solo a quel punto che l’Amministrazione deve avere il coraggio, oltre che l’onere e l’onore, di sintetizzare e prendere una decisione chiara, forte e decisa. Sempre auspicando che questo avvenga nell’interesse della città.

Questo tipo di partecipazione, fino a oggi, no, non l’abbiamo proprio vista.

Ogni comunicazione è stata data già a cose fatte: dal primo progetto faraonico che cadeva come un’astronave in mezzo al quartiere (progetto che forse sarebbe stato meglio non mostrare nemmeno) per arrivare all’ultimo di inizio dicembre, che però ormai sembra già tramontato.

Fino ad arrivare ad un percorso i cui incontri partecipati si sono svolti in una settimana, dall’11 al 19 gennaio (in 3 date). Piuttosto frettoloso in un periodo per Parma ancora di festività.

Queste le prime valutazioni fatte; al momento della votazione per la concessione dell’area, daremo un seguito a questo nostro primo intervento.


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